L'addio controverso di Sutskever, genio etico di OpenAI (2024)

diMassimo Gaggi

L'autore delle principali scoperte che hanno reso possibile la creazione di ChatGPT ha detto di«volersi impegnare in un progetto che significa molto per me». Altman:«Sono felice di aver potuto vivere tanti anni vicino a un genio così straordinario».

NEW YORK – Ilya Sutskever, cofondatore di OpenAI e capo dei suoi scienziati, autore delle principali scoperte che hanno reso possibile la creazione di ChatGPT, lascia l’azienda guidata da Sam Altman che reagisce alla notizia con parole di infinita riconoscenza, addirittura di amore: «È un momento commovente per tutti noi. Se non ci fosse stato lui OpenAI non esisterebbe com’è oggi, l’ha plasmata. Sono felice di aver potuto vivere per tanti anni vicino a un genio così straordinario, una persona totalmente concentrata sul fare il bene per l’umanità».

Comunicando le sue dimissioni, anche Ilya ha scelto toni caldi: «Dopo un decennio ho deciso di lasciare OpenAI: una società che ha seguito una traiettoria che non è esagerato definire miracolosa. Sono certo che l’azienda raggiungerà l’obiettivo di creare un’AGI (l’intelligenza artificiale generale pari o superiore a quella dell’uomo, ndr) che sarà, insieme, sicura e benefica per l’umanità. Ora mi impegno in un progetto che significa molto per me personalmente e del quale darò notizia a tempo debito».
Separazione in un’atmosfera idilliaca? Non proprio: dei quattro fondatori di OpenAI - Altman, Elon Musk, Greg Brockman e lui –Sutskever era la vera mente ingegneristicae anche il più impegnato nello sviluppo della tecnologia seguendo criteri etici, senza accelerazioni improvvise e salti nel buio. Anche Altman originariamente aveva messo l’etica davanti a tutto ma poi, preso dalla capacità dei sistemi di deep learning di progredire molto rapidamente e dalla competizione con gli altri protagonisti di big tech, era passato dalla parte dei cosiddetti accelerazionisti. Accantonando l’impegno alla prudenza alla base dello statuto costitutivo di OpenAI, nata nel 2015 come società filantropica di ricerca.

Dopo aver più volte contestato questa svolta, il 17 novembre dello scorso anno Sutskever è stato il regista della rivolta del consiglio d’amministrazione che licenziò Sam Altman mentre era a Las Vegas a seguire le prove del Gran premio di Formula 1. «Doloroso ma la cosa giusta da fare» sentenziò allora Ilya. Salvo rimangiarsi tutto e dirsi rammaricato per il tentato golpe pochi giorni dopo quando, davanti alla minaccia dell’esodo del 95% dei dipendenti, OpenAI decise di richiamare Altman: come capoazienda, ma non più in consiglio d’amministrazione. Dal quale, comunque, uscirono tre dei quattro «congiurati»: due accademiche seguaci della filosofia dell’«altruismo efficace» e lo stesso Sutskever.

Altman pare abbia cercato di tenere in azienda questo scienziato nato nell’ex Unione Sovietica, cresciuto in Israele e laureatosi a Toronto, in Canada dove, sotto la guida del pioniere del deep learning Geoffrey Hinton creò AlexNet: un sistema di riconoscimento delle immagini considerato uno dei pilastri fondativi dell’AI. Sutskever lo aveva tradito, ma Sam sembrava non voler fare a meno della sua competenza scientifica: «Amo e rispetto Ilya» disse Altman davanti a tutti i dipendenti che lo accoglievano al rientro in azienda. «È una luce che ci guida, una gemma di essere umano. Speriamo di continuare a lavorare insieme, non ho alcun risentimento nei suoi confronti».

In realtà Ilya è rimasto dipendente di OpenAI ma da quel giorno non è rientrato più in azienda. Di fatto sostituito (ora anche ufficialmente) da Jakub Pachocki, uno scienziato col quale aveva avuto motivi di contrasto. E in tanti oggi si chiedono cosa ha visto Sutskever dentro OpenAI, per arrivare a tanto.

Un anno fa di questi tempi tutti parlavano della necessità di procedere coi piedi di piombo visto che l’AI, oltre ai tanti vantaggi che offre, comporta anche grossi rischi. Allora venivano agitati quelli esistenziali con Elon Musk, uscito da tempo da OpenAI, che proponeva, insieme a molti scienziati, di sospendere tutte le ricerche nel campo per almeno sei mesi. In estate a Ilya era stata affidata la guida del Superalignment Team: una struttura che doveva guidare e sorvegliare lo sviluppo della tecnologia in modo da non farla sfuggire al controllo dell’uomo.

Un anno dopo tutto questo è stato spazzato via: Altman è rientrato in consiglio d’amministrazione, due scienziati «frenatori» della scuola di Sutskever sono stati licenziati con l’accusa di aver rivelato alla stampa vicende aziendali interne. OpenAI ha ripreso la sua corsa anche senza Ilya: ha appena anticipato di un giorno le innovazioni annunciate da Google per il suo sistema Gemini presentando, lunedì scorso, GPT-4o, un’intelligenza artificiale che oltre a produrre testi e immagini, risponde anche a voce in tempo reale.

E Sutskever? Uno squarcio al velo di mistero sul suo futuro ha provato ad aprirlo Andrew Ross Sorkin del New York Times: ha scritto che lo scienziato russo-americano andrà a lavorare per Elon Musk. Anche lui, messe da parte le cautele, adesso galoppa con xAI, la sua impresa di intelligenza artificiale. Sarebbe clamoroso, anche perché di recente Musk ha denunciato OpenAI accusandola di violazione dei patti fondativi della società.

17 maggio 2024 ( modifica il 17 maggio 2024 | 14:10)

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